Celiachia: cos’è, come riconoscerla e trattamento

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La celiachia non è figlia degli OGM o dell’alimentazione esagerata in epoca di globalizzazione anche alimentare, ma era documentata già 10.000 anni fa, riconducibile al consumo di alcuni cereali, ma non si era ancora in possesso dei mezzi, di cui oggi disponiamo, per fare diagnosi, scoprire le cause, migliorare i sintomi.

La celiachia è un’enteropatia auto–infiammatoria permanente, con tratti di auto-immunità, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. Il glutine è la frazione proteica alcol–solubile di grano, orzo e segale (Fonte: Istituto superiore di Sanità).

Il glutine si trova in alimenti quali pane, pasta, pizza, biscotti e snack dolci e salati, causa nell’intestino tenue una risposta infiammatoria abnorme. Questa infiammazione tende a cronicizzare, danneggiando così i tessuti dell’intestino e portando alla scomparsa dei villi intestinali, importanti per l’assorbimento dei nutrienti.

Il danno indiretto per un celiaco è proprio legato ai malassorbimenti intestinali causati proprio da questa macroscopica alterazione del tessuto intestinale.

La celiachia è una malattia multifattoriale, per il cui sviluppo sono obbligatori due fattori: il glutine e la predisposizione genetica. Solo il 3% della popolazione mondiale portatrice della predisposizione genetica e che consuma glutine sviluppa questa patologia nel corso della vita.

Celiachia e sensibilità al glutine sono la stessa cosa?

No, non sono la stessa cosa.

  • La Celiachia è una condizione permanente di intolleranza al glutine, che si risolve eliminando il glutine stesso dalla dieta per tutta la vita.
  • La sensibilità al glutine è una condizione transitoria, che può presentarsi per esempio a seguito di una dieta sbilanciata in favore di pane e pasta, e tutti quegli alimenti che ne contengono. In tal senso la sensibilità è una condizione reversibile: prevede una cura “disintossicante” che per un certo periodo elimina il glutine dalla dieta, il quale poi viene reintrodotto gradualmente fino a tornare alla normale alimentazione.

Sintomi della celiachia

Clinicamente sono state evidenziate diverse forme di celiachia, tra queste solo una di tipo cutaneo che causa una dermatite erpetiforme, le altre, seppur diverse per la presenza di alcuni sintomi, gravano la loro pesante sintomatologia sull’intestino.

Evitando una classificazione troppo dettagliata, che potrebbe essere fuori luogo in questo contesto che punta a semplificare il più possibile la comprensione della celiachia nelle sue caratteristiche più macroscopiche, possiamo dire che i sintomi della celiachia sono:

  • Diarrea importante e continua
  • Ritardo di crescita
  • Dolori addominali
  • Meteorismo
  • Astenia, dimagrimento, crampi
  • Vomito
  • Irritabilità
  • Le feci sono voluminose, liquide o poltacee, maleodoranti, untuose.

Quando sospettare di essere celiaci?

La persona celiaca spesso non ha la diarrea ma il malassorbimento dei nutrienti, causato dall’appiattimento dei villi intestinali per reazione al glutine, provoca stanchezza cronica, un generale senso di asteniaabbassamento delle difese immunitarie proprio per scarsa presenza di nutrienti che le mantengono alte.

Quindi il celiaco che non sa di esserlo vive in un costante susseguirsi di disturbi di vario genere: dalle afte, alle influenze, al gonfiore, lamenta uno stato ansiogeno, con difficoltà a riposare e di contro una grande spossatezza fisica e stanchezza mentale.

Insomma, chi più ne ha più ne metta, spesso si trova in una spirale infernale da cui non riesce a venire fuori.

Quando si rincorrono sintomi così vari e numerosi chiedere al proprio medico di fare un test per valutare la celiachia può rivelarsi un’ottima idea.

Cosa fare per approfondire

Il mesico di base, o il pediatra nel caso di paziente pediatrico, pongono il sospetto diagnostico basandosi sull’anamnesi e sull’esame obiettivo.

Posto il sospetto diagnostico, i test da eseguire sono:

  • il dosaggio plasmatico degli anticorpi anti-transglutaminasi di classe IgA
  • il dosaggio delle IgA totali (il 20% dei pazienti celiaci presenta deficit selettivo di IgA).

In caso di positività:

  • si valuta la presenza di anticorpi anti-endomisio IgA nel sangue periferico
  • si esegue il test istologico della mucosa duodenale, tramite biopsia intestinale che permette di verificare il danneggiamento e l’atrofia dei villi intestinali.

Le nuove raccomandazioni della Società europea di gastroenterologia pediatrica indicano, la possibilità, in alcuni selezionati casi pediatrici di celiachia, di evitare la biopsia duodenale, data l’invasività dell’esame.

Data la sua caratteristica trasmissione genetica, nel caso di presenza della malattia all’interno di una famiglia, si effettuerà uno screening degli anticorpi in tutti i parenti di primo grado del malato.

Esiste una cura definitiva per la celiachia?

Il professor Ludvig M. Sollid, Ordinario di Immunologia all’Università di Oslo in Norvegia, e il collega Knut E. A. Lundin, Gastroenterologo della stessa Istituzione, si dedicano alla ricerca sulla celiachia dagli anni ’80.

Sono circa 30 le aziende farmaceutiche che hanno lavorato intensamente per sviluppare una pillola o un vaccino contro la malattia celiaca. Uno di questi studi, condotto a livello europeo, è ad oggi il più vicino all’obiettivo.

Un trial di ricerca clinica in cui si è testata una pillola inibente l’enzima transglutaminasi, ovvero il principale responsabile della reazione autoimmune che determina poi i danni intestinali tipici della celiachia.

Sarà necessario aspettare ancora qualche anno per comprenderne la reale efficacia. Solo successivamente potrà essere approvata e commercializzata.

Nel frattempo si cerca una correlazione tra le colture OGM e l’aumento dei casi di celiachia, ma i dati raccolti non supportano questa ipotesi.

Trattamento della celiachia

La celiachia si può trattare solo con un’alimentazione priva di glutine dalla quale non si può prescindere.

Abbiamo visto che attualmente non esistono terapie approvate per il trattamento della celiachia.

La ricerca va avanti ma ad oggi si ferma a degli integratori il cui scopo è quello di minimizzare gli effetti del glutine sull’intestino. Per ora questa azione enzimatica si esplica solo con trattamenti endovenosi.

Nella terapia enzimatica oggi in uso, viene somministrato al paziente, per via endovenosa, l’enzima mancante o l’inibitore necessario a controllare i sintomi della malattia.

Non si tratta quindi di una cura vera e propria ma piuttosto di un supporto che può garantire una parziale o totale riduzione dei sintomi.

Speriamo si giunga presto alla via orale e, come per il lattosio, sia possibile avere un comodo alleato in compressa da portare con sé in caso di ingestione accidentale di glutine.

Vi terremo sicuramente aggiornati!

Al prossimo articolo,

Dott.ssa Marta Rovere

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Autore

  • Dott.ssa Marta Rovere

    Dopo gli studi classici ho conseguito la laurea in Farmacia alla Sapienza di Roma nel 2006. Abilitata alla professione nello stesso anno ho vestito i panni di farmacista al banco per 15 anni, esercitando con dedizione e continuando sempre a studiare e ad approfondire tutti gli aspetti del mio mestiere, che è sempre in continua evoluzione. Dalla medicina allopatica alla medicina omeopatica, dalla dermocosmesi alla veterinaria, negli anni ho trasferito la mia professione nel digitale per poter condividere le mie conoscenze sul web. Sono anche una SEO specialist certificata e scrivo per passione e, ad oggi, mestiere. Gestisco anche dei canali social e sono una creatrice di contenuti.

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