La stanchezza in gravidanza è un sintomo abbastanza comune e non deve allarmare. Assecondare con il riposo il proprio corpo se chiede di fermarsi è sempre consigliato.
La gravidanza consta di tre trimestri, ognuno caratterizzato da:
- andamenti ormonali molto intensi che causano un continuo cambiamento fisico e psicologico,
- un dispendio energetico notevole che se non supportato adeguatamente e monitorato può sfociare in problemi seri per madre e bambino.
Sapere che la stanchezza che si avverte, come anche il sonno che arriva improvviso e pesante, sia da annoverare tra i sintomi completamente fisiologici spesso tranquillizza la neo-mamma.
Quanto dura?
Quanto dura questa stanchezza? Non esiste una risposta univoca.
Ogni donna ha un corpo ed una mente che lo governa diverso dalle altre. Ogni gravidanza è diversa per stato di salute iniziale della mamma, per condizioni contingenti e per tutta una serie di variabili che non è possibile prevedere.
Sicuro è che chi più chi meno, sentirà la stanchezza in gravidanza e ne dovrà prendere atto come parte del percorso.
Ma vediamo insieme nel dettaglio le cause della stanchezza, come riconoscerla e distinguerla da altre condizioni patologiche concomitanti, come affrontarla quando è fisiologica con il massimo della serenità possibile.
Cause della stanchezza in gravidanza
Le cause della stanchezza in gravidanza sono molteplici, spesso non seguono un filo logico comune ma soggettivo. Questo perché ogni donna è diversa da un’altra sia fisicamente che psicologicamente.
Ci sono comunque una serie di fattori che influiscono sulla stanchezza che sono statisticamente molto comuni e ravvisabili in quasi tutte le gravidanze.
I cambiamenti ormonali e fisici che si verificano fin dal concepimento nel corpo materno sono molto importanti in termini di dispendio energetico e cambiamenti metabolici, per questo la donna sin dalle prime settimane dal concepimento, a cui segue l’attecchimento dell’embrione, immediatamente avverte una forte sonnolenza e molta stanchezza.
A causare questi sintomi sono:
- innalzamento dei livelli di progesterone;
- aumento del volume sanguigno circolante;
- aumento della frequenza respiratoria;
- peso crescente del feto e dell’utero;
- diminuzione della pressione sanguigna.
La donna in gravidanza viene sottoposta ad una serie periodica di analisi e test diagnostici che servono a monitorare lei ed il bambino. Questo spesso smaschera situazioni patologiche concomitanti con la gravidanza che, se è vero che causano gli stessi sintomi, non sono da trascurare.
Molte patologie possono manifestarsi con un senso di affaticamento generale. Alcune sono legate allo stato di gravidanza: il diabete gestazionale, l’anemia, alcuni tipi di infezioni, disturbi alla tiroide in gravidanza, depressione. Altre volte sono patologie smascherate dalle analisi fatte “per la gravidanza” ma che già erano in atto prima di quest’ultima.
Per tranquillizzare chi legge rimarchiamo il concetto che la stanchezza in gravidanza non è spia di una patologia, ma è semplicemente una richiesta fisiologica del corpo, che chiede a gran voce:
“Rallenta i ritmi!”
Rallentare non significa limitare in assoluto le proprie attività. Significa accettare il cambiamento e modificare le nostre normali attività come lo sport, il lavoro, la vita sociale, rendendole energeticamente meno dispendiose.
Non esistono divieti in merito alle attività da poter eseguire in gravidanza, ma scelte consapevoli prese in concerto col medico e con le figure sanitarie di riferimento.
Come riconoscere la stanchezza da gravidanza?
Il primo trimestre e l’ultimo sono sicuramente quelli più faticosi.
- Nel primo trimestre avviene l’attecchimento dell’embrione e le sue prime 12 settimane di vita “succhiano” letteralmente tutte le riserve energetiche del corpo della donna. Il progesterone, ormone che sostiene la gravidanza è in crescita esponenziale ed avendo un forte potere vaso dilatante, aumenta la percezione di sonno e stanchezza.
- Il trimestre centrale costituisce una specie di “stato di grazia”, tanto che si esortano i neo genitori a preparare “tutto” in questo periodo: la borsa della nascita, la cameretta, i piani familiari e tutto quello che in prossimità del parto sarà più faticoso organizzare, sia per “l’ingombro sterico” del pancione (passatemi la battuta chimica) che aumenta notevolmente che per gli ormoni che faranno sentire di nuovo la loro presenza affaticando molto la neo-mamma.
- L’ultimo trimestre è quello che vede il pancione crescere e lievitare moltissimo. Infatti segue la crescita ponderale del bambino che si prepara a nascere.
In questo periodo i neo-genitori dovrebbero prepararsi al cambiamento che li attende, per entrambi è importante fortificare il concetto di lavoro di gruppo, capire che per la donna sarà un grande cambiamento, accompagnato da momenti di stanchezza e incertezza.
Tutto passa e la stanchezza peserà meno se la donna verrà lasciata libera di gestire come meglio crede il suo corpo e la sua vita (allatto o non allatto, torno a lavoro o no) e se chi la circonda sarà altrettanto pronto a fare la sua parte, a dividere i compiti e a non appesantire la donna con i soliti discorsi e cliché popolari.
Dice un proverbio Africano: “Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”.
Come affrontare la stanchezza in gravidanza
Sembra scontato ma alla luce di tante situazioni che si presentano in farmacia voglio rimarcare che la gravidanza è un momento bellissimo ma anche molto faticoso per una donna e non è scontato che debba per forza piacerle.
Affrontare una gravidanza richiede a monte un personale lavoro di consapevolezza e di autoconoscenza.
Prepararsi alla gravidanza
I nove mesi dovrebbero essere usati soprattutto per “prepararsi” in maniera saggia e serena a quello che sarà un grande cambiamento.
Come tutti i cambiamenti arrivarci più corazzati non potrà che facilitarci nel cammino. Prepararsi interiormente, ognuna a suo modo, gioverà al processo di consapevolezza e raggiungimento di un sano equilibrio.
Prepararsi fisicamente è quasi scontato, stuoli di professionisti a vostra disposizione e a cui ci si rivolge senza tabù. Un po’ più complesso è mettersi in discussione e affrontare dinamiche psicologiche. Ma queste vi assicuro, governano le altre.
Chiedere aiuto
Chiedere aiuto e sostegno, individuare delle figure di riferimento, condividere il carico fisico e mentale non potrà che “diminuire” la stanchezza che fisiologicamente, anche per le più giovani ed aitanti donne, ci sarà.
Nel caso ci si trovi “sole” a gestire il carico fisico e mentale chiedere aiuto ad associazioni e sportelli dedicati negli ospedali e nelle ASL. Non chiudersi in pensieri cupi ma esternarli e chiedere aiuto.
Sì perché anche gli ormoni della gravidanza contribuiscono a peggiorare lo stato dell’umore, favoriscono gli stati depressivi e a questi, più che a tutta la necessità di dormire (fatelo e state serene) e riposare, bisogna prestare attenzione.
Condivisione della maternità
Bisogna ricordare alle neo-mamme che la maternità può essere condivisa, che rallentare i ritmi non significa “non farcela” ma essere consapevoli e coscienti del momento che si sta vivendo, che non esiste un “mammometro” che ci rende migliori o peggiori mamme se facciamo questa o quest’altra scelta.
Consigli pratici
Ho dato molto spazio all’aspetto psicologico che genera stanchezza e frustrazione e rabbia e dolore.
Ma una carrellata di consigli pratici per combattere la stanchezza durante la gravidanza la voglio dare:
- una dieta sana ed equilibrata, che permetta di avere il giusto apporto calorico
- orari dei pasti regolari
- rispettare dei ritmi per il sonno
- inserire dei riposini durante la giornata
- stendersi quando se ne ha la possibilità è meglio che stare sedute
- un’attività fisica moderata
- evitare le fonti di stress
- non saltare mai le visite e le analisi di routine.
Stanchezza nel Primo trimestre di gravidanza
Il primo trimestre di gravidanza non ci vede fisicamente cambiate, almeno esternamente. Internamente però c’è un intero organismo in subbuglio per preparare il corpo della donna ad uno stravolgimento fisico straordinario e molto impegnativo.
La stanchezza sarà per molte donne estrema e quasi comica. Ci si addormenta nei momenti più disparati della giornata, non si tengono gli occhi aperti e si fa veramente fatica a concentrarsi. La memoria, per alcune vecchia alleata della vita come per altre mai pervenuta, abbandonerà i suoi consueti ritmi lasciandoci in balia della confusione. Spesso compaiono le nausee e l’iperemesi gravidica non dà tregua. Sentirsi stanche è quasi scontato. Unico consiglio: riposate e assecondate la natura.
Stanchezza nel Terzo trimestre di gravidanza: cosa fare
Il terzo trimestre di gravidanza ha come problema comune quello che ho scherzosamente definito “ingombro sterico”.
Per quanto siamo state brave a tenere il peso sotto controllo, quasi tutte non ci vediamo più i piedi e non ci allacciamo più le scarpe proprio facilmente. Questa difficoltà fisica ci rende irritabili. Dormire potrebbe già essere difficile per molte, mangiare altrettanto perché peggiora la motilità gastrointestinale con aumento dell’acidità gastrica.
Defecare altro “big problem”: l’intestino è compresso, spesso ci sono emorroidi nel plesso rettale per il peso che grava su tutto il bacino.
Insomma: tutto nella norma ma è tanta roba da mandar giù. Affidatevi a persone sagge che possano risolvere le vostre quotidiane problematicità, il farmacista potrebbe stupirvi. 😉
Quando la stanchezza in gravidanza diventa preoccupante?
Ci si deve preoccupare quando da analisi di laboratorio si rilevano carenze di sostanze fondamentali che andranno reintegrate, quando si diagnosticano, sempre grazie agli esami di routine, patologie scatenate dallo stato di gravidanza o preesistenti e che implicano l’intervento medico in assoluto.
Se si osservano tutti gli esami previsti in gravidanza sarà difficile che qualcosa rimanga nascosto. Preoccuparsi non ha senso e non fa bene.
Se, per qualsiasi motivo, si è in gravidanza e non si è sotto controllo medico, si deve andare al pronto soccorso quando un semplice riposino non riporta il corpo ad uno stato di benessere, quando la stanchezza diventa spossatezza e inficia la normale ripresa della routine quotidiana.
Gli ospedali sapranno come inserirvi nei consultori e nei centri dedicati alla maternità.
Chiedete aiuto. Anche in farmacia.
Al prossimo articolo,
Dott.ssa Marta Rovere
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