Candida vaginale: cos’è, cause, sintomi e rimedi

candida vaginale

Nel precedente articolo abbiamo visto cos’è la candida, la abbiamo inquadrata biologicamente e abbiamo visto il suo comportamento e che tipo di infezioni può causare. Abbiamo genericamente visto come si possa prevenire e curare. In questo post del blog affronteremo invece il tema più specifico della Candidosi vaginale.

Cos’è la Candida vaginale

Con il termine candida vaginale ci riferiamo alla candidosi causata dal fungo Candida. Come abbiamo spiegato la Candida è nello specifico un micete commensale che normalmente alberga nella flora vaginale e che, in condizioni di normale equilibrio di quest’ultima, non genera problemi.

Nel momento in cui un abbassamento delle difese immunitarie causa uno squilibrio della flora vaginale la Candida, fungo opportunista, prende il sopravvento generando un quadro infettivo.

Le manifestazioni e sintomi più comuni sono il prurito, il bruciore, le perdite vaginali filamentose e giallo-biancastre accompagnate da macchie bianche sulla mucosa. I sintomi non compaiono tutti insieme, quindi bisogna porre molta attenzione alla comparsa dei primissimi fastidi. Spesso infatti è possibile risolvere l’infezione in poco tempo e con i minimi accorgimenti.

Altre forme di Candida nella donna

Merita un piccolo accenno l’infezione causata sempre da Candida Albicans sul seno della donna che sta allattando.

Come abbiamo spiegato essendo questo un germe saprofita, alberga sulla nostra pelle e sulle mucose. La candidosi cutanea, quando una donna allatta, è molto frequente. In zone sottoposte a stress meccanico, come lo è la zona della suzione, può alterarsi l’equilibrio tra germi buoni e germi cattivi e insorgere un’infezione.

La candidosi del capezzolo, dal punto di vista obiettivo, si distingue dalle altre infezioni che possono insorgere sul capezzolo per la colorazione della lesione tipicamente rosa salmone. Le lesioni cioè assumono questo colore caratteristico.

Inoltre la candidosi innesca un dolore molto forte, trafittivo, anche fra le poppate: quindi non solo quando il neonato si attacca al seno, ma anche fra una poppata e l’altra. Il sintomo è il dolore che tipicamente non compare solo durante l’allattamento, quando il bambino succhia, ma anche dopo, tra le poppate.

Parliamo di un dolore riferito come trafittivo, che viaggia generalmente da fuori verso dentro, molto intenso, molto profondo.

Rispetto ad altre infezioni del capezzolo, essendo un fungo, può verificarsi il cosiddetto “effetto ping-pong” tra mamma e bambino: ovvero il continuo passaggio dell’infezione dall’uno all’altra.

Questo significa che non basta occuparsi della candida del capezzolo della mamma trascurando la bocca del bambino, perché se curiamo solo l’infezione sul capezzolo e non nella bocca del bambino, a ogni nuova poppata il bambino che si attacca al seno può contagiare nuovamente la mamma. Ecco perché si applicano antifungini topici.

Ricordiamo che possono coesistere le lesioni fessurative chiamate ragadi che possono complicare la situazione.

Cause della Candida vaginale

Le cause della candida sono molteplici.

Ricordando sempre che Candida albicans è innocuo per l’organismo umano. Fintanto che il sistema immunitario di quest’ultimo si mostra in grado di controllarne la proliferazione. Solo quando i meccanismi di difesa vengono meno assistiamo alla proliferazione del fungo a livello dei genitali femminili e alla comparsa dell’infezione che comunemente chiamiamo Candida vaginale.

Tra questi i fattori più comuni che determinano l’innescarsi della catena che porterà alla Candidosi vaginale sono:

  • Uso improprio di antibiotici. L’abuso di antibiotici comporta l’impoverimento di quella parte di flora batterica deputata a regolare la proliferazione della Candida. In molti soggetti particolarmente sensibili la situazione si verifica per sensibilità specifica all’antibiotico e non per un suo uso improprio. In tal caso è bene comunicare al medico il nome del principio attivo che ha innescato questo repentino abbassamento delle difese immunitarie per prenderne nota e non assumerlo più.
  • Lavarsi nel modo scorretto. Essendo un fungo la sua proliferazione viene favorita da un ambiente caldo umido. Quindi non asciugarsi bene quando ci si lava crea le condizioni microclimatiche perfette per la crescita della Candida. Ma anche l’uso di detergenti dal PH non idoneo o peggio eccessivamente schiumogeni: i detergenti che producono molta schiuma sono in genere quelli più ricchi di tensioattivi che per loro natura sono i più aggressivi (nonché inquinanti).
  • Lavarsi troppo. Ebbene sì, anche eccedere con la pulizia ha dei pericoli. La nostra pelle e le nostre mucose hanno delle protezioni naturali che vengono meno quando le detergiamo eccessivamente. L’acqua, i saponi, anche i migliori saponi, vanno utilizzati con moderazione.
  • Rapporti sessuali con una persona infetta: quando si diagnostica la candida la terapia deve essere estesa anche al partner sessuale. Secondo la comunità medica, nonostante possa scaturire da rapporti sessuali con persone affette, la candida vaginale non è da considerarsi una malattia sessualmente trasmissibile (come per esempio la sifilide o l’herpes genitale).
  • Soffrire di diabete mellito. Negli individui diabetici, l’elevata quantità di glucosio nel sangue (glicemia alta) favorisce la moltiplicazione del fungo Candida albicans, in quanto rappresenta, per quest’ultimo, una fonte quasi inesauribile di nutrimento.
  • Immunodepressione. Un sistema immunitario poco efficiente predispone alle infezioni. Un sistema immunitario poco responsivo si può avere nell’anziano, nel paziente che assume molti farmaci, nei pazienti che stanno affrontando cure chemioterapiche e nei pazienti con AIDS.
  • Gravidanza. Il caratteristico aumento degli estrogeni osservabile nel corso di una gravidanza predispone le donne incinte all’infezione da Candida albicans.

Come si prende la Candida? Come si trasmette?

Statisticamente parlando la Candida vaginale è un’infezione molto comune e figura assieme alla vaginite batterica e alla vaginite da Trichomonas, nell’elenco delle prime 3 infezioni vaginali più diffuse nella popolazione femminile.

Si trasmette per via sessuale e nella mancata osservazione di norme igieniche adeguate. Nella maggior parte dei casi è l’abbassamento delle difese immunitarie che predispone ad una maggiore possibilità di veder insorgere l’infezione.

Fattori predisponenti

  • Assunzione di terapie antibiotiche
  • terapie chemioterapiche
  • terapie cortisoniche che abbassano le difese immunitarie
  • Aids che mina le difese immunitarie
  • diabete mellito per l’aumento del glucosio nel sangue che nutre la Candida.

Sintomi della Candida

I tipici sintomi e segni della candida vaginale sono:

  • Dolore e prurito vulvare
  • Dolore o fastidio durante i rapporti sessuali (dispareunia)
  • Dolore pungente o bruciore durante la minzione (disuria)
  • Perdite vaginali inodori, bianche e dalla consisteva talvolta acquosa e talvolta densa.

L’infiammazione dell’area genitale comporta anche il sopraggiungere di altre manifestazioni molto fastidiose: ragadi vaginali, piaghe cutanee e gonfiore a livello vaginale.

Come viene diagnosticata?

Per diagnosticare la candida vaginale è nella maggior parte dei casi sufficiente un accurato esame obiettivo, del medico, e un’attenta valutazione della storia clinica (o anamnesi) del paziente.

In situazioni particolari, come un persistere dei sintomi da troppo tempo, delle recidive troppo frequenti o situazioni patologiche concomitanti che peggiorano il quadro, può capitare che occorra anche ricorrere all’esecuzione di test di laboratorio, quali l’analisi del sangue, l’esame delle urine e il tampone vaginale.

Cura e trattamento della Candida vaginale

  • Correggere tutte le cattive abitudini igieniche.
  • Scegliere detergenti dal corretto PH Acido e moderarne la quantità e la frequenza d’uso.
  • Assumere fermenti lattici per acidificare il PH anche dall’interno e potenziare così la flora batterica interna. Spesso alcuni fermenti si trovano anche in forma farmaceutica come ovuli vaginali. Alcune volte basta una terapia con ovuli o creme da applicare sia internamente che esternamente.
  • Viene raccomandato l’uso della biancheria di cotone e l’uso di salva-slip ed assorbenti in cotone 100%.

Tutte le terapie topiche vanno posticipate se si è in presenza del ciclo mestruale. Alle volte è necessario, ovviamente sotto controllo e prescrizione medica, assumere farmaci anti-fungini per via orale.

Cosa succede se non si cura la Candida?

Come tutte le condizioni infettive che vengono sottovalutate o mal diagnosticate anche la candida può causare danni a livello del sistema uro-genitale, infiammazioni croniche alle mucose e progredire dell’infezione fino ad un coinvolgimento sistemico nei pazienti immunocompromessi.

Complicanze

Quando parliamo di complicanze da Candida Albicans parliamo di:

  • candida cronica o recidivante: condizione che vivono alcune donne che incorrono molto spesso in prossimità del ciclo in questo disturbo.
  • candida invasiva è l’infezione risultante dal passaggio nel sangue del fungo Candida albicans e la sua diffusione in organi importanti, come il cuore (endocardite), il cervello (encefalite), gli occhi (endoftalmite) o le ossa (osteomielite).

La candida invasiva può essere fatale per il paziente e rappresenta un’emergenza medica, a cui bisogna prestare soccorso immediato. Tra le donne con candida vaginale, sono più a rischio di candidosi invasiva:

  • I soggetti affetti da AIDS, coloro che assumono farmaci immunosoppressori. È il caso, per esempio, delle donne sottoposte a un trapianto d’organo o che si stanno sottoponendo a chemioterapia per la cura di un tumore. I chemioterapici presentano infatti l’effetto collaterale di ridurre l’efficienza del sistema immunitario.
  • Le donne con diabete, le dializzate per insufficienza renale. I portatori di catetere sia urinario sia venoso. Questi sono tutti casi di alta vulnerabilità che predispone ad abbassamento delle difese immunitarie e conseguente aumento del rischio infettivo.

Candida in gravidanza

In assenza di cure adeguate, la candida vaginale nelle donne incinte rappresenta un fattore di rischio di parto prematuro (o parto pretermine). Non a caso durante l’ultimo trimestre di gravidanza si ripete una batteria di tamponi ed una serie di analisi il cui scopo è proprio scongiurare la presenza di patogeni potenzialmente pericolosi tra cui la Candida.

Infatti, in alcune donne incinte affette da candida vaginale, l’infezione può trasmettersi al bambino al momento del parto, determinando una condizione nota come candida congenita del neonato (o candida neonatale).

Consigli per la prevenzione

Ci sono degli accorgimenti che possono aiutare a tenere lontana la candida vaginale.

  • Evitare di sottoporre l’organismo a forti o prolungati periodi di stress che possono favorirne l’insorgenza della candida vaginale.
  • Seguire una dieta equilibrata che limiti l’apporto di zuccheri e lievito a favore di un maggior consumo di yogurt con fermenti lattici vivi prebiotici (es. FOS e inulina) e/o probiotici (Lactobacillus) per mantenere l’equilibrio della flora batterica intestinale.
  • Affiancare una regolare attività fisica.
  • Eliminare il consumo di fumo, alcool, agenti inquinanti potenziando, in questo modo, le difese immunitarie dell’organismo.
  • Prestare molta attenzione all’igiene intima, utilizzando detergenti delicati o specifici anti candida
  • Non trascurare neppure l’abbigliamento: indumenti troppo stretti o che sfregano la zona dei genitali possono stimolare l’insorgenza di stati irritativi. In particolare, per la biancheria intima, privilegiare tessuti in cotone (mai in fibra sintetica che non lasciano traspirare la pelle costringendola a condizioni di umidità).

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Ricordandovi sempre di rivolgervi al vostro medico curante e di non fare del “fai da te”. Vi do appuntamento al prossimo articolo!

Dott.sa Marta Rovere

ATTENZIONELe informazioni contenute in questo sito sono presentate a solo scopo informativo, in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata. Se si hanno dubbi o quesiti sull’uso di un farmaco è necessario contattare il proprio medico.

Autore

  • Dott.ssa Marta Rovere

    Dopo gli studi classici ho conseguito la laurea in Farmacia alla Sapienza di Roma nel 2006. Abilitata alla professione nello stesso anno ho vestito i panni di farmacista al banco per 15 anni, esercitando con dedizione e continuando sempre a studiare e ad approfondire tutti gli aspetti del mio mestiere, che è sempre in continua evoluzione. Dalla medicina allopatica alla medicina omeopatica, dalla dermocosmesi alla veterinaria, negli anni ho trasferito la mia professione nel digitale per poter condividere le mie conoscenze sul web. Sono anche una SEO specialist certificata e scrivo per passione e, ad oggi, mestiere. Gestisco anche dei canali social e sono una creatrice di contenuti.

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