Le allergie nei bambini sono spesso fonte di ansia per i genitori che non sanno come gestirle. Vediamo insieme quali sono le più comuni, come riconoscerle e come curarle.
Allergie più comuni nei bambini
Le allergie nei bambini sono in aumento, secondo una stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Entro il 2025, oltre il 40% dei bambini avrà problemi di allergia.
Le cause più comuni a scatenarle sono:
- Polline di alberi, polline di piante, o punture di insettiPeli di animali domestici o animali o pelliccia,
- acari della polvere, muffa
- Irritanti: fumo di sigaretta, profumo, gas di scarico dell’auto
- Alimenti: arachidi, uova, latte e latticini
- Altri irritanti strettamente legati alle allergie primaverili.
Una reazione può essere:
- Reazione allergica immediata quando si verifica entro pochi minuti o fino a 1-2 ore dopo che il bambino è entrato in contatto o ha mangiato la sostanza a cui è allergico.
- Reazione allergica ritardata quando si verifica molte ore dopo l’esposizione. Può accadere fino a diversi giorni dopo che il bambino è entrato in contatto con la sostanza a cui è allergico.
Sintomi: come riconoscere l’allergia nel bambino
Le manifestazioni più comuni sono a livello cutaneo, gastroenterico e respiratorio. Le eruzioni cutanee sono di vario tipo: dall’eczema alla dermatite atopica, all’orticaria. Quando interessano l’apparato gastroenterico i bambini lamentano mal di stomaco, nausea, vomito, flatulenza, costipazione o diarrea.
Tra le cause:
- I neonati potrebbero, durante l’allattamento al seno, sviluppare reazioni allergiche dovute a qualche alimento introdotto nell’alimentazione della madre. Si deve procedere a testarle eliminando questi alimenti dalla dieta della neomamma.
- Le allergie alimentari più comuni nei bambini sono al latte, alle proteine vaccine, arachidi, uova, pesce, crostacei, soia, frutta a guscio e grano. Le reazioni più gravi sono in genere associate all’assunzione di arachidi, noci, pesce e crostacei, e possono durare per tutta la vita. I bambini spesso superano le allergie al latte, alle uova, alla soia e al grano che compaiono nei primi mesi d’età.
Quando ad essere compromesso è l’apparato respiratorio le manifestazioni più comuni sono:
- Riniti allergiche con frequenti starnuti, naso che cola (che potrebbe far pensare ad un raffreddore) o prurito agli occhi, tosse fino all’asma allergica.
- Congestione nasale cronica (naso chiuso) nei bambini, causa difficoltà serie a respirare col naso costringendo il bambino a respirare con la bocca, specialmente durante il sonno, inficiano il sonno ed un riposo ristoratore.
- Infezioni all’orecchio: alcune allergie possono infiammare l’orecchio, favorire infezioni e portare ad una diminuzione dell’udito, con sintomi come mal d’orecchi, prurito, schiocco e orecchie tappate.
- L’asma è una malattia infiammatoria persistente dei bronchi, caratterizzata da respiro faticoso e sibilante. Di difficile diagnosi prima dei 3-5 anni di età in quanto il respiro sibilante è frequente nella prima infanzia anche nei bambini non allergici, che hanno un diametro molto piccolo dei bronchi e viene scatenata prevalentemente da infezioni virali respiratorie.
Se gli episodi di ostruzione bronchiale con sibili espiratori continuano o iniziano dopo i 3-5 anni di età, si può parlare di una vera e propria asma bronchiale che, nella grande maggioranza dei casi, è di origine allergica.
Può anche iniziare con tosse secca e stizzosa ma, aggravandosi, il broncospasmo è più violento e si avvertono fischi e sibili. Il bambino in difficoltà respiratoria è agitato, il respiro diventa affannoso e, se l’ostruzione è molto grave, può presentare colorito cianotico per insufficiente ossigenazione dei tessuti.
Tra le cause:
- Il pelo degli animali può causare reazioni allergiche anche ai bambini. Se tuo figlio ha sintomi di allergia o asma, tra cui tosse, difficoltà respiratorie, eruzioni cutanee, naso che cola o starnuti, potrebbe essere dovuto proprio a questo.
- Irritazione della polvere, che è praticamente ovunque, è la più difficile da tenere sotto controllo. A scuola, i bambini con problemi allergici di questo tipo, potrebbero aver bisogno di sedersi lontano dalla lavagna per evitare irritazioni dovute alla polvere di gesso.
- Pollini
- Spore di muffa.
Attenzione allo shock anafilattico
Lo shock anafilattico o anafilassi è una reazione allergica grave e pericolosa per la vita. Inizia all’improvviso e peggiora in maniera repentina: si verifica in tempi brevi, generalmente entro pochi secondi o minuti dall’esposizione all’allergene.
Si pensi, ad esempio, al veleno iniettato dalle punture di api. Chi è a conoscenza di essere allergico al loro veleno, porta sempre con sé una puntura di adrenalina, che se iniettata sottocute, salva la vita. Chiaramente prescritta ed erogata solo se indicato dal medico.
I sintomi dello shock anafilattico sono:
- Respirazione difficile o rumorosa
- Gonfiore o senso di oppressione della lingua e della gola
- Difficoltà a parlare o voce rauca
- Respiro sibilante o tosse persistente
- Vertigini persistenti o svenimenti
- Pallore e flaccidità (nei bambini piccoli)
- Diarrea, mal di stomaco o vomito dopo una puntura d’insetto.
Differenza tra allergia e intolleranza
Abbiamo dedicato un ampio articolo in questo blog alla differenza tra allergia ed intolleranza.
Brevemente in questa sede ricordiamo solo la differenza principale:
- le allergie sono mediate da meccanismi immunologici
- nelle intolleranze la reazione non è provocata dal sistema immunitario.
L’intolleranza, infatti, non coinvolge il sistema immunitario, ma consiste nell’incapacità, totale o parziale, di digerire o di metabolizzare varie sostanze contenute nei cibi. Alcune intolleranze hanno una causa genetica e compaiono precocemente, fin dall’infanzia. Vengono diagnosticate con esami specifici (breath test, test del DNA) e la cura consiste nell’escludere dalla dieta gli alimenti “incriminati”.
A quale specialista rivolgersi in caso di allergia in un bambino?
Se il bambino presenta uno o più sintomi di una sospetta allergia è bene parlare subito con il proprio pediatra che nel caso potrà indirizzare i genitori verso un allergologo pediatrico. Esistono diversi tipi di test a cui sottoporre il bambino per capire se e a quale sostanza è allergico.
Diagnosi e Test allergologici
Esami specifici fanno luce sulle allergie del bambino.
- Skin Prick test si esegue pungendo la cute con un’apposita lancetta e applicando alcuni estratti allergenici, che in caso positivo provocano la comparsa di un piccolo rigonfiamento pruriginoso.
- Rast test (più precisamente la ricerca delle IgE specifiche sul sangue) che si esegue attraverso prelievo sanguigno.
- Il test di provocazione nasale che prevede l’inalazione di piccole quantità di allergene. A differenza del precedente, questo test ha statisticamente più falsi positivi.
L’iter corretto è sempre quello di rivolgersi al pediatra di base che potrà consigliare il trattamento specifico migliore.
Cura e trattamento delle allergie nell’infanzia
La cura viene attentamente scelta e ponderata dal pediatra e dall’allergologo, e la famiglia e la scuola e tutte le figure che girano intorno al bambino devono essere molto attente e collaborative.
L’approccio è a 360 gradi:
- l’allontanamento dell’allergene ed il controllo dei fattori ambientali
- la terapia farmacologica per la rinite, congiuntivite ed asma
- l’educazione del bambino e della famiglia
- l’immunoterapia (vaccino per allergia), indicata solo in casi selezionati.
A quale età un bambino può prendere l’antistaminico?
Prendiamo la Cetirizina che è uno degli antistaminici di seconda generazione più utilizzati:
- Le gocce di Cetirizina sono indicate in bambini a partire dai 2 anni di età. Queste gocce prima della somministrazione, devono essere depositate su un cucchiaio o diluite in acqua e assunte per bocca.
- Le compresse rivestite di Cetirizina sono indicate nei bambini a partire dai 6 anni di età. Le compresse di Cetirizina devono essere somministrate al bambino per via orale con un bicchiere di acqua, latte o succo di frutta. Il bambino non deve masticare le compresse.
Le compresse divisibili di Cetirizina contengono lattosio e i bambini con problemi di intolleranza al galattosio o di malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
Prevenzione delle allergie nei bambini
Durante la gravidanza e nei primi mesi di vita del neonato si deve smettere di fumare. Molti studi hanno dimostrato che il fumo è uno dei principali responsabili dell’insorgenza di malattie allergiche. Nel fumo di sigaretta ci sono alcune sostanze che provocano irritazione e infiammazione. Statisticamente è anche noto che nei figli di madri fumatrici le patologie allergiche sono più frequenti e l’asma bronchiale è più precoce e più grave nei bambini che vivono con adulti fumatori. Va ricordato che il fumo passivo è dannoso per il feto e il neonato. Altra accortezza è limitare l’uso di farmaci antibiotici o antiinfiammatori quando strettamente necessari. Contenere quanto più possibile l’esposizione allo smog e all’aria inquinata.
Al prossimo articolo,
Dott.ssa Marta Rovere
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